[...] Ai cristiani e a tutti coloro che vivono nella realtà frammentata chiede la testimonianza della vita buona, lanciando una proposta «anche a livello civile, nel pieno rispetto della società plurale, è la strada per condividere con tutti gli uomini e le donne una tenace proposta di amicizia civica, tesa a concorrere all’edificazione di un nuovo umanesimo in grado di dare forma alla nuova città metropolitana. Vorremmo, a questo scopo, proporre in un futuro prossimo una iniziativa dal titolo, ancora provvisorio, Dialoghi di vita buona. Occasioni emblematiche di ascolto, di lavoro e di condivisione con quanti lo vorranno».
Non si deve però parlare in astratto di un umanesimo buono per tutte le stagioni. Solo se sorge dal di dentro dei ritmi e dei processi dell’attuale travaglio storico si può parlare di nuovo umanesimo. Va inteso bene il senso dell’aggettivo nuovo. Il nuovo non è l’inedito ad ogni costo. Piuttosto nuovo è camminare non perdendo l’origine, è un ri-cominciare.
Così fecero i romani dopo i greci e dopo gli ebrei. Trapiantarono l’antico in un suolo nuovo. Il cristianesimo partecipa di questo atteggiamento che può ben definire l’anima dell’Europa. Basti pensare al rimando imprescindibile dell’annuncio di Cristo al popolo dell’elezione.
Il Discorso alla Città
Pronunciato dall'Arcivescovo Angelo Scola durante la celebrazione dei Primi Vespri alla vigilia della solennità del Santo Patrono della città di Milano.