La nostra storia
Ines Motta (al centro) e Albertina Gallusi, le prime due insegnanti (1918/'19)
Le origini
Il primo accenno sulle origini della scuola materna di Pieve si rileva dallo Statuto che l'assemblea dei soci si è dato.
Inizia l'articolo 1: "L'asilo infantile di Villa Pieve di Guastalla fu istituito nel 1869 sotto gli auspici dell'Associazione Nazionale degli Asili Rurali per l'infanzia, per impulso del benemerito Cav. Scaravelli Dott. Alessandro e col concorso continuo di benefiche persone".
Altri documenti non sono stati reperiti ne' presso l'archivio dell'asilo, ne' presso la Biblioteca Maldotti. È da rilevare come strano il fatto che non esista nessuna relazione su questo asilo, diversamente da come si faceva, da parte del Presidente, per altri dell'epoca. Esiste alla Maldotti solo un accenno, nella cronaca autografa di Don Besacchi, canonico di Guastalla, che vedeva con sospetto la nuova istituzione, diversa da quella sorta a Guastalla su base pedagogica dell'Aporti.
Scrive il canonico: "9 febbraio 1869. Ultimo giorno di Carnevale.
lstituzione degli asili rurali. ll nostro Governo sotto il pretesto di diffondere l'istruzione e l'educazione dei popoli che si permetteva di chiamarli ignoranti e superstiziosi provocava (promuoveva - n.d.r.) scuole elementari maschili e femminili in qualunque paese o villaggio, borgate anche le più circoscritte e vicine alla città, scuole serali, condotte da maestri e maestre che appena conoscevano alcune regole o piccola tintura (infarinatura - n.d.r.) di grammatica e di lettura....
Lo sventurato Governo, ma più sventurati i popoli da esso amministrati per punizione di Dio, spediva una circolare a tutti i Parroci e Sindaci sottofirmata dal Barone Ricasoli, Gino Capponi e Conte Gigli, i quali componevano il comitato centrale... onde interessare i predetti (parroci e sindaci - n.d.r.) di formare nei rispettivi luoghi dei Comitati per la fondazione degli asili per l'infanzia nelle campagne allo scopo di istruire i fanciulli, giusta (riguardo aI - n.d.r.) il programma che verrebbe dato.
Guastalla, che, ove trattasi di servire il Governo o in bene o in male era sempre ossequiente e presta dietro non poche adunanze, fu composto un Comitato e sotto-comitato, col titolo Filiale, a cui presiedeva il dott. Alessandro Scaravelli, caldo promotore ed indefesso zelante per le cose del giorno. Quindi per inviti a stampa appiccati ai muri della città si fecero alcuni raduni e tuttora riusciti vani; finalmente, dopo parecchi sforzi, fu la sì stupidaggine che, qualcuno si firmò per lire 2 ogni azione. Laonde raggiunta la cifra che esigevasi peI mantenimento, benchè il Comune sopperiva sempre in caso di deficienza, si aprì il così detto asilo per l'infanzia nel corrente mese e nella Villa Pieve; il primo, diremo, sotto la sorveglianza del Vice-Presidente signor Allegretti Giulio. (...)"
La cronaca riportata è sufficiente a confermare le date fondamentali e a capire il tipo di scuola che veniva istituita:
- A conferma dell'art. 1 dello Statuto l'asilo sorge il 9 febbraio 1869, martedì di Carnevale. È la data di nascita dell'asilo più vecchio della zona, preceduto soltanto da quello di Baccanello 1.
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1 L'asilo di Baccanello, incluso nel territorio di Pieve, era sorto per iniziativa del Vescovo di Guastalla mons. Pietro Zanardi e del dott. Francesco Paralupi. Fu aperto il 12 dicembre 1841 ed inaugurato il 28. Era chiamato "asilo per l'infanzia" e diretto dalla maestra signorina Bianchini Cecilia, famosa per un suo libro sulla didattica delle scuole materne. Improntato alla pedagogia di don Ferrante Aporti, a lui inizialmente era stato dedicato. Aveva un ispettore ecclesiastico, il canonico Rabò, nominato dai Vescovo, e un ispettore secolare, nominato dal Podestà di Guastalla. Per parecchi anni il dott. Scaravelli ricoprì tale carica.
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- Promotore ne fu il dott. Alessandro Scaravelli (nel 1850 ispettore secolare dell'asilo di Baccanello), che non poco ebbe a lottare per la attuazione degli asili rurali per l'infanzia. Addirittura il dott. Andrea Manengo, in una conferenza pubblica del 21 gennaio 1929, alla vigilia dell'istituzione della scuola di Pieve, lo accusava di aver sostenuto l'idea che "è nocivo insegnare la scienza al popolo!". A tale calunnia il dott. Scaravelli rispondeva con una pubblicazione, affermando che, proprio attraverso la costituzione degli asili rurali, era possibile "...gettare dal nostro dosso l'uggiosa soma d'ignoranza che ci umilia al cospetto degli altri popoli studiosi".
- L'istituzione nasce secondo gli indirizzi ministeriali di Ricasoli, Capponi e Gigli, ossia a complemento della scuola elementare e ad essa propedeutici.
- L'asilo sorge però attraverso la sottoscrizione volontaria dei cittadini, con l'acquisto di azioni da L. 2 fino a raggiungere la cifra necessaria per non dover ricorrere alla pubblica amministrazione, per la sua erezione.
- Il fatto, già sperimentato con l'asilo di Baccanello, rimarrà una caratteristica di quasi tutte le scuole materne dell'epoca.
- Il Comune sopperisce alle carenze con l'assegnare alla nuova scuola solo ed esclusivamente i locali, gratuitamente, per lo svolgimento dell'azione educativa e morale. Tale sussidio si protrarrà per parecchi anni, come si vedrà, ma certamente sempre inadeguato rispetto alle esigenze. Si trattava di un'aula sola che, come raccontano i più anziani, era situata sul lato ovest delle vecchie scuole elementari, in centro al Borgo. Vi si accedeva dalla destra del corridoio d'ingresso alle scuole posto sulla facciata nord della medesima.
- Anche se a quel tempo andavano per la maggiore i sistemi dell'Aporti e del Frobel, il metodo educativo e pedagogico era improntato alle disposizioni ministeriali, soprattutto per lo scopo che questa istituzione si poneva: ''la divulgazione della scienza e del sapere" anche alle classi meno abbienti. "Ora le scuole comunali campestri riescono soltanto profittevoli a quelle classi del contado che possono dirsi agiate..." "(alla popolazione rurale) è necessario far deporre almeno in parte il fardello delle infelicità... onde divenire tranquilla, accostumata, operosa..." (Alcune parole al dott. Manengo di A. Scaravelli - 1869). Addirittura il dott. Scaravelli auspica che a Pieve, al termine della scuola, nascano, per pressione e sottoscrizione dei cittadini, anche le Case di lavoro per l'orientamento professionale di un mestiere.
- Il primo vice-Presidente della Filiale fu il signor Giulio Allegretti abitante nel Borgo, mentre Presidente del Comitato, che coordinava tutto il Comune di Guastalla, era lo stesso dott. Alessandro Scaravelli. Il 20 dicembre 1868 il Presidente Allegretti chiese un locale, per aprire l'asilo, alla parrocchia, che non potè soddisfare la richiesta (archivio di Pieve).
- Nulla ci è dato sapere circa il personale insegnante e ausiliario, che ha condotto l'asilo, ne' quali altri vice-Presidenti abbia avuto. L'unico dato, emerso dalla corrispondenza tra il Podestà di Guastalla e il Parroco di Pieve, è che quest'ultimo, in quanto funzionario per l'assistenza religiosa, era stato delegato dall'autorità civile a Prefetto degli Studi e, come tale, incaricato a redigere l'elenco per la distribuzione delle scarpe, nel periodo invernale, ai bambini poveri e della tenuta dei registri scolastici di frequenza per ogni ordine di classe.
- Non è possibile conoscere se in questo primo periodo fosse già stata istituita la refezione a pane e minestra, come avveniva nel vicino asilo di Baccanello.
Foto ricordo con la maestra Negri (1932/'33)
L'Ente Morale
Il 28 dicembre 1913, su proposta del Ministro dell'Interno, l'Asilo infantile di Villa Pieve è eretto in Ente Morale, amministrazione autonoma, con l'approvazione dello Statuto e la registrazione alla Corte dei Conti in data 24 gennaio 1914 (Gazzetta Ufficiale 28 gennaio 1914. n. 22). Lo Statuto, redatto secondo il modello predisposto dallo stesso Ministero dal 1 luglio 1906, era già stato approvato dai 17 soci, nell'assemblea del 6 agosto 1911, per evitare il rischio di vederlo ritornare non approvato. Non ci sono testimonianze scritte ne' orali delle motivazioni che hanno determinato nei soci la volontà di passare ad ente morale.
Probabilmente ciò è avvenuto perchè:
- Da una parte la riforma della scuola elementare, avviata sulla spinta dell'idealismo di Lombardo-Radice, dall'altra l'esperienza consolidata degli asili Agazzi e Montessori, stavano creando una scissione delle due scuole dalla dipendenza del Ministero degl'Interni;
- Il carattere caritativo e filantropico dell'istituzione, di assistenza ai bambini poveri (art. 2 dello Statuto), la somministrazione quotidiana della refezione (art. 5-idem) poteva essere salvaguardato soltanto con lo svincolo dalla pubblica amministrazione dello stato;
- Era il solo modo per evitare l'assorbimento da parte delle forze politiche e dello stato di un'opera, nata dal concorso e dalla generosità di privati cittadini. Il primo Consiglio d'amministrazione viene eletto il 17 maggio del 1914. Era composto dai signori Nullo avv. Tovagliari, Mossini Pellegrino, cav. Icilio dott. Hotz, Caleffi Antonio e Tortella Antonio. Nella sua prima seduta il Consiglio nomina Presidente l'avv. Tovagliari che designa, come Segretario il signor Nestore Passerini, suo dipendente e organista della Chiesa di Pieve, il quale, con scrupolosa diligenza, terrà i verbali delle singole riunioni del Consiglio. Come cassiere, dietro cauzione di L. 1.000, depositata in Banca, viene delegato l'esattore comunale.
La prima delibera riguarda:
- Assunzione del personale: la signorina Ines Motta di Tagliata, quale Direttrice; la signorina Gallusi Albertina, come assistente; la signora Guidi Maria, per i servizi di bidella e cuoca;
- Costruzione di un cancello, davanti al campetto dell’Asilo, a spese del Comune, proprietario del medesimo. Dal 20 agosto 1916, secondo la relazione del Presidente avv. Tovagliari, al 9 gennaio 1927, non si sono mai fatte assemblee dei soci, sia per motivi bellici, sia perché: "ogniqualvolta sono state indette, esse sono sempre andate deserte" e "solo per merito del signor Borettini rag. Nullo e della direttrice Ines Motta, che hanno raccolto nuove adesioni e nuovi soci, è stata possibile questa assemblea". In questo periodo nascono anche nuovi problemi per l'amministrazione. Le quote dei soci non sono più sufficienti a garantire la refezione e lo stipendio al personale; si propone una piccola retta, ma questa incontra il malumore delle famiglie e qualche bambino viene tolto dalla scuola. Qualche anno dopo si deciderà di far pagare una quota "una tantum" di L. 30 alle famiglie più benestanti. C'è bisogno di stampare lo Statuto e viene fatto, dopo tanti solleciti, dallo stesso Presidente. Necessita un nuovo Segretario, in quanto il Passerini era stato dimissionato dalla Prefettura perchè non presentava i bilanci annuali e viene assunto il signor Vittorio Boccaccini che si rende disponibile, con qualsiasi compenso l'amministrazione sia in grado di corrispondergli. E' durante questo periodo che l'Ente morale viene intitolato dapprima ad "Elena di Savoia", poi a "Regina Elena". E' il momento in cui la figlia del re del Montenegro e regina d'Italia esplica maggiormente la sua attività assistenziale e benefica, specialmente per l'infanzia, a causa dei danni provocati dalla Prima guerra mondiale e dalla crisi economica in atto. Il titolo è sempre rimasto, anche dopo l'esilio dei reali d'Italia in Egitto nel 1946. 2
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2 Sul frontone della casa parrocchiale, ancora nel 1946, a caratteri cubitali si leggeva:
''Asilo lnfantile Regina Elena''. (Testimonianza diretta).
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Il 4 luglio 1929 il Podestà di Guastalla, attuando una delibera del Consiglio comunale, mette in seria difficoltà il Consiglio d'amministrazione e l'ente stesso. Occorreva sgomberare l'aula per necessità della scuola elementare. Si forma immediatamente un comitato composto dal rag. Borettini e dalla maestra Favella Annetta, per cercare un nuovo locale. L'assemblea dei soci del 14 luglio, dopo aver sentito la relazione del comitato e l'impossibilità di reperire altri locali, ritiene necessario chiedere al Comune un'area, per la costruzione di una nuova sede. Il Comune risponde mettendo a disposizione il campetto giochi, laterale all'Asilo. Dato l'aumento della popolazione scolastica di Pieve, il Comune ha però urgente bisogno dell'aula e rinnova la richiesta. Il Consiglio d'amministrazione, presieduto dal dott. Camillo Lusuardi, neo eletto, e con la collaborazione della nuova Segretaria, maestra Angiolina Gallusi, che presterà la sua opera per tanti anni gratuitamente, si rivolge al Parroco mons. Vittorio Artoni che, dai primi di gennaio del 1930, mette a disposizione un'aula della casa del curato. Come contropartita, chiede l'utilizzo del campetto per il gioco del calcio, per l'Oratorio maschile e l'inserimento nel personale di 2 suore, che però ancora non sono disponibili, perchè nessun contatto era stato ancora preso con qualche ordine religioso femminile.
La soluzione precaria trovata non può durare, sia per le esigenze dell'Oratorio stesso, sia per le misere condizioni in cui viene a trovarsi l'asilo. Il Parroco mons. Artoni offre allora i locali della prebenda parrocchiale.
Si tratta di parte del fabbricato in cui era sorta la Cassa Rurale di Prestiti di Pieve di Guastalla che già l'aveva occupato prima di trasferirsi negli uffici di Piazza Mazzini a Guastalla. In quel momento i locali erano occupati dalla famiglia Germani, conduttrice della prebenda parrocchiale, perchè si stava riparando la casa colonica.
L'assemblea dei soci del 2 settembre 1933, riunita nella sala del Consiglio Comunale di Guastalla, decide di accettare l'offerta di mons. Artoni, mancando di mezzi e finanziamenti tali da poter costruire una nuova sede, anche nell'area concessa dal Comune.
Il Parroco chiede:
- La ristrutturazione, ad uso dell'asilo, dell'immobile, a spese dell'ente morale;
- Il licenziamento del personale laico e l'assunzione di tre suore.
Come contropartita offre:
- L'uso gratuito dello stabile per 12 anni, con l'annesso cortile;
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L'istituzione di una scuola di lavoro per le bambine delle elementari.
Le Suore Orsoline
Dopo le decisioni dell'assemblea, il parroco mons. Artoni prende contatto epistolare con le Suore Orsoline di Verona, su suggerimento del nuovo Vescovo di Guastalla, mons. Giacomo Zaffrani, e per mezzo delle suore presenti nella scuola materna di Baccanello. Le trattative vanno avanti fino al 26 maggio 1934, quando si interrompono perchè sembra quasi impossibile dare sicure garanzie. I problemi sono vari. I locali ancora da ristrutturare ed adattare, quindi senza possibilità di valutarne l'efficienza 3;
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3 Erano piccole stanze, uso ufficio. Sugli architravi delle porte che davano sul corridoio d'ingresso esistevano ancora le scritte relative alla Cassa Rurale ed Artigiana: Direttore, Cassiere, ecc. (Testimonianza diretta della signora Maria Germani in Spotti, che vi aveva soggiornato).
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il personale laico è ancora in servizio, ne' si sa come motivare la decisione per il licenziamento; il sostentamento delle suore non è garantito da uno stipendio minimo indispensabile; non si intravvedono soluzioni per tutelare la vita religiosa e di clausura delle suore.
Il dialogo si blocca. Rompendo ogni indugio, per evitare il rischio della non apertura della scuola, il 22 settembre dello stesso anno mons. Artoni si reca di persona a Verona dalla Superiora Generale, suor M. Salute Cappucci, e torna in serata con la convenzione.
Nel caso l'ente morale non fosse stato in grado di far fronte alle spese di mantenimento delle religiose, egli si rendeva personalmente garante. I locali, in un mese, vengono adattati anche se parzialmente con il proposito di continuare i lavori di migloria, nel più breve tempo possibile. Il personale laico, dopo aver passato le consegne alle suore, viene licenziato, motivando il provvedimento con la perdurante assenza della Direttrice per malattia, che invece insegnava alla scuola di lavoro femminile di Guastalla. Lo stipendio annuo per due suore, maestra "giardiniera" e cuoca, sarà di L. 4.000 annue, pagabile in rate bimestrali (tale quota rimarrà fino al 1943). Viene inoltre garantita la fornitura gratuita di acqua, luce, legna e vino. La terza suora, provetta in cucito e ricamo, sarà retribuita in parte col ricavato della scuola di lavoro e, per il resto, dallo stesso parroco. (Nel 1937 si ricorrerà ad una "pesca di beneficenza", fatta nella Chiesa del Rosario, già chiusa al culto, per poter integrare la retribuzione delle suore e incrementare le entrate dell'Asilo).
Il 4 ottobre arrivano le prime tre suore: madre M. Emanuela Veronesi, superiora e maestra di "giardino d'infanzia", suor M. Celeste Filippi, maestra di lavoro e suor M. Gerolmina Vincenzi, massaia.
Il Vescovo mons. Zaffrani, venuto appositamente, dà loro il benvenuto nella Chiesa di Pieve, da pochi anni restaurata e rinnovata al culto, dopo la recita del Rosario, il canto del Te Deum e la benedizione eucaristica. C'è grande concorso di popolo, in modo particolare di mamme spinte dalla curiosità per la novità e dalla speranza per la imminente apertura della scuola.
La prima impressione, per le tre suore, come hanno lasciato scritto nella loro memoria, è un po' amara, perchè si accorgono che c'è molto poco, sia come arredamento scolastico che come ambiente: due stanze per loro, una sala e un refettorio per i bambini. Il corredo inventariato è il seguente: 5 scodelle, 17 piatti. 2 tegami, 1 bricco per il caffè, 1 cantonale, 1 credenza, 1 tavolo e 1 tavolino rotondo, 1 armadio e 3 reti, 15 lenzuola e 18 federe, 9 asciugamani, 7 tovaglioli e 2 tovaglie, 2 materassi di lana e 1 di piume, 2 cuscini di piume e 1 di lana. Gran parte di questo corredo è stato fornito daIla signorina Annunciata (la Nunsiada), la ''perpetua di mons. Artoni.
Le stufe di mattoni, la legna e i tavolini per la refezione dei bambini arriveranno soltanto il 27 di novembre, ad autunno inoltrato. Le iscrizioni alla scuola, alla presenza del Presidente dott. Lusuardi, si aprono l' 8 ottobre. In pochi giorni si arriva ad avere 110 bambini all'asilo e 40 fanciulle alla scuola di lavoro.
In una sua visita alla casa, la Madre Generale raccomanderà ai soci dell'asilo e alle persone convenute di far lavorare le suore e di non lasciarle in ozio, ma anche di avere per loro un po' di comprensione.
Il compito delle suore è finalizzato all'educazione morale, civile e religiosa dei bambini, all'apostolato attraverso l'assistenza religiosa e l'insegnamento di un mestiere alle fanciulle povere.
Il sistema educativo è basato sulla preparazione dei bimbi alla scuola elementare: esposizione di cartelloni colorati, rappresentanti oggetti che i bimbi devono riconoscere, individuarne e sillabarne il nome; apprendimento mnemonico di piccole poesie e canzoncine, che di solito culminano con un saggio a fine anno, in onore dei genitori, per sviluppare la memoria e la personalità del bambino; assistenza ai figli dei contadini e degli operai, perchè possano arrivare alle elementari in stato di parità con i figli delle famiglie più benestanti.
E' una scelta precisa, che mostrerà i suoi frutti dopo qualche anno, quando non ci saranno più bambini, specialmente figli di contadini, che saranno impediti dal frequentare la scuola dai genitori, per il loro ripetere le classi inferiori della prima e seconda elementare.
L'Asilo viene amministrato dal Consiglio che ogni quattro anni si rinnova, e diretto dalle suore, che vengono sostituite, di regola, quasi ogni tre anni, secondo lo Statuto o la Regola della Congregazione.
Dal 1939, dapprima il comando federale della GIL (Gioventù Italiana del Littorio), poi la Prefettura di Reggio e il Provveditorato agli Studi, impongono una modifica allo Statuto e due rappresentanti nel Consiglio d'amministrazione. Tale norma rimarrà fino a quando le competenze verranno decentrate dallo Stato alle Regioni.
I problemi per l'amministrazione sono sempre gli stessi: necessità di aumentare il numero dei soci, per far fronte alle spese sempre maggiori, anche di arredamento scolastico; stabilire od aumentare le rette mensili, per garantire la refezione (minestra e pane), con le eccezioni per i più bisognosi; improrogabile urgenza, con il passare degli anni, di allargare prima i locali, poi di avere una nuova sede, perchè quella parrocchiale diventa sempre meno efficiente e sempre più dispendiosa. Dal 1958 al 1969, tramite l'assistenza del Patronato scolastico, viene fornita la refezione, ora arricchita anche del secondo, a molti bambini delle scuole elementari.
Il Comune assicura, ogni anno, un piccolo contributo, in cambio però ritira la concessione dell'area del campetto giochi, che destina alla costruzione di una casa popolare.
Di questo periodo va ricordato in particolare:
- La figura di madre M. Vincenza Marconcini, arrivata il 30 settembre 1941 e Superiora dell'asilo fino al 2 febbraio 1946, quando dovette andarsene per una grave forma di pleurite, contratta nei "salubri'' locali dell'asilo di Pieve, in seguito alla quale morì il 1 marzo dell'anno successivo, all'età di 37 anni. Grande fu il rimpianto e la partecipazione della popolazione. Aveva lasciato viva impressione per la grande carità, specialmente con i bimbi e le famiglie più povere, ai quali donava, a volte, anche il poco di cui poteva disporre;
- L'inaugurazione della cappellina dell'asilo, tanto desiderata dalle suore, per momenti di raccoglimento, in data 11 giugno 1944, sorta per merito dei presidente rag. Nullo Borettini 4.
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4 In questo stesso giorno Mons. Zaffrani cresimò e comunicò, nella medesima cappellina, la figlia maggiore del Presidente rag. Borettini, che offrì la colazione, a base di latte, cioccolato e biscotti (cosa assai rara in quei tempi), a tutti i bambini della scuola (Testimonianza diretta).
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- L'occupazione tedesca dell'asilo dal 10 settembre al 9 ottobre 1944, durante la quale le suore furono costrette a pernottare all'Istituto S.Orsola di Guastalla e l'asilo rimase chiuso 5;
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5 Un altro momento particolare fu la notte dell'arrivo degli Alleati a Guastalla del 23 aprile 1945. Le suore dormirono, avvolte in una coperta, nella sagrestia della Chiesa, separate da dei teli tesi, dalla famiglia del sagrestano Dallasta Gino, anch'essa rifugiata in quell'ambiente, per timore di violenze e con la speranza di essere riparati e restare illesi, in caso di bombardamento.
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- Il rischio di passare la mano alle suore dell'Oratorio di S. Filippo Neri, il 15 aprile 1946, a causa di alcuni malintesi tra le suore Orsoline e il Parroco. La stessa situazione si verificherà anche qualche anno più avanti;
- L'assunzione, il 21 settembre 1947, della bidella, vero fac-totum, signorina Mora Corinna, detta ''la Baghega" rimasta famosa, oltre che per la sua disponibilità, anche per le macchiette che rappresentava al termine dei saggi dei bimbi;
- Il volontariato, come assistente, della signorina Zerbini Cesira (la "Zarbina"), che ha insegnato per anni a ragazze e ragazzi a fare la treccia di paglia, mentre insegnava il catechismo.
Foto di gruppo (1955)
La nuova sede
Il 7 gennaio 1963, su richiesta del parroco, l'arciprete don Giuseppe Maratti, di lasciare i locali per utilizzarli per l'oratorio maschile e femminile, il Consiglio d'amministrazione, eletto il 19 dicembre 1962 decide di trovare una nuova sede.
La discussione, ancora una volta, verte sul problema se sia utile e possibile finanziariamente acquistare il terreno e costruire una nuova scuola di proprietà dell'Ente Morale.
Viene incaricato l'ing. Fabio Pacchiarini di Guastalla di predisporre un progetto, ma la spesa risulta così elevata che la decisione del Consiglio e dell'assemblea dei soci sembra restare un'utopia e un sogno. Viene formato un comitato per iniziativa di alcuni, specie la Madre Superiora suor Aristea Zarattini, presieduto dal nuovo Vescovo di Guastalla mons. Angelo Zambarbieri e da personalità politiche, composto di zelanti cittadini di Pieve che decidono di aprire una sottoscrizione autotassandosi e di chiedere un mutuo allo Stato, per costruire una nuova scuola materna parrocchiale, in quanto il parroco mette gratuitamente a disposizione un'area della prebenda.
In questo modo l'immobile resterà di proprielà della parrocchia (anche nel caso che l'Ente morale dovesse cessare) che l'affitterà alla scuola, come nel passato, alle stesse condizioni: uso gratuito per 10 anni e presenza delle suore, pena la decadenza della convenzione stessa.
Il 5 maggio 1968, in coincidenza con l'entrata del nuovo parroco don Firmino Scaravelli, viene posta la "prima pietra" del costruendo Asilo, madrina la signora Casanova contessa Zelinda, con la partecipazione del Sindaco di Guastalla, alla presenza del Consiglio d'amministrazione e dei soci.
Tutti salutano, con auspicio, il sorgere della nuova scuola materna, che certamente avrebbe risolto l'annoso problema delle famiglie di Pieve di avere un Asilo idoneo e capace.
Il 10 maggio 1970, con un rilevante debito alle spalle, viene inaugurata la nuova sede, già funzionante dal 1 aprile, presenti il Vice-Prefetto, il Provveditore di Reggio Emilia, la Direttrice Didattica di Guastalla e il Vice-Sindaco.
Prima della inaugurazione delle scuole elementari di Pieve, costruite a fianco dell'asilo e inaugurate qualche istante dopo, parole di circostanza mettono in risalto l'opera svolta dal comitato, la generosità dei benefattori, l'impegno profuso dalle Suore Orsoline, in tanti anni di lavoro, con un ricordo particolare a quelle presenti e alla Superiora, che generosamente si era impegnata per l'attuazione della scuola. 6
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6 La superiora suor Aristea Zarattini aveva già trascorso a Pieve 14 anni. Vi rimarrà ancora fino al 20 settembre 1971. E' stata la suora che, più di tutte, ha diretto la scuola materna di Pieve e che, attraverso iniziative personali, pesche di beneficenza, commedie dei bambini. è riuscita ad acquistare parte dell'arredamento dell'asilo, dalla cucina ai banchi di scuola, senza pesare sull'amministrazione. (Testimonianza diretta dell'economo Angeli Arturo).
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La nuova sede crea anche nuovi problemi: ci sono bambini che chiedono di iscriversi dalle frazioni vicine o dalla città; c'è bisogno di un mezzo di trasporto: dapprima si utilizza, dietro compenso, un furgone con autista privato, e solo a partire dal gennaio 1982 la parrocchia acquista un pulmino e lo mette a disposizione dell'Asilo.
Dopo pochi anni dall'inaugurazione bisogna aumentare le aule, perchè aumentano i bimbi frequentanti e le sezioni; occorre anche assumere due insegnanti laiche, perchè le due suore insegnanti sono insufficienti.
Il Consiglio decide di aumentare le rette, perchè le quote associative non bastano più a contenere i costi, e i benefattori, anche se, per grazia di Dio, esistono ancora, non sono però così frequenti come nel passato.
Lo Stato, attraverso il Ministero della Pubblica lstruzione, riduce, stranamente, ogni anno il contributo per la didattica; il Comune si rende disponibile a contribuire con una cifra annua irrisoria in cambio di un suo rappresentante nel Consiglio di amministrazione.
Quest'ultimo giustamente rifiuta perché, per le finalità statutarie, non vuole subordinare l'Ente Morale al controllo della pubblica amministrazione, se non per quelle norme, previste dalle leggi regionali, di competenza degli organismi di assistenza e prevenzione sanitaria.
Il metodo educativo nel 1982 era basato sui più attuali indirizzi pedagogici del tempo.
A garanzia di ciò si attuava il continuo aggiornamento delle insegnanti ed un rapporto stretto con i genitori, che vengono spesso invitati a discutere i problemi relativi all'educazione, alla salute, all'alimentazione, al divertimento dei figli, con la partecipazione di esperti professori, psicologi, pedagogisti o medici. A queste iniziative attende il Comitato genitori, eletto ogni anno a partire dal 1975, in collaborazione con il corpo insegnante, la Superiora e il Consiglio d'Amministrazione della Scuola.
da: Scuola Materna Parrocchiale Asilo infantile "Regina Elena" (Pieve di Guastalla, 1982)
a cura di Gianni Dallasta, Gianfranco Ferraresi e la collaborazione di Maurizia Mortara.